Sintesi interdisciplinare psicologia-pedagogia





Qualunque sia l'accezione che si voglia dare al termine socializzazione, va riconosciuto un dato di fatto: una parte - pi� o meno cospicua, ma certamente non esigua - dei processi ad essa afferenti vengono indotti sia dalla famiglia che dalla scuola. Ed �, perci�, quasi obbligatorio percorrere la via di una sintesi interdisciplinare psicologia-pedagogia o psicologia dell'educazione.
La ricerca psicopedagogica si vale sostanzialmente dei metodi e degli strumenti forniti dalla psicologia e generalmente l'analisi psicopedagogica non utilizza l'introspezione o i tests proiettivi. Lo studio euristico tipicamente psicopedagogico non si svolge in laboratorio, ma preferisce l'ambiente naturale della classe o di situazioni educative come la classe scolastica, il gruppo ricreativo o culturale, sotto lo stimolo di precisi materiali didattici.
L'osservazione sistematica � il primo passo in qualsiasi programma di ricerca. Ovviamente, la osservazione pu� diventare risolutiva solo se riesce a passare dalla fase « aneddotica » (puro reperimento e trascrizione di fatti circostanziati) a quella « valutativa » (giudizio di valore sulla posizione di determinati fattori, un giudizio che pu� basarsi sia su un accumulo significativo di dati orientati in una certa direzione - mediante l'analisi statistica finemente elaborata - sia, e ancor pi�, sulla esatta collocazione di certe caratteristiche su una scala gerarchica di valori).
L'esperimento modifica le situazioni naturali o ne crea di nuove in vista di una verifica degli effetti di determinate variabili (le variabili x, o sperimentali, ipotizzate come determinanti). dell'uomo in divenire, dall'altra dalla scientificizzazione della pedagogia, che cerca una fondazione solida nelle nuove scienze psicologiche (1).
I temi trattati nei precedenti trent'anni dalle riviste (2) « British Journal of Educational Psycology » e (americana) « Journal of Educational Psycology » apparivano essere i seguenti: 1. Apprendimento: psicologia dell'insegnamento e dell'apprendimento, sia in genere che in specie; ma turazione, sviluppo; progresso ed insuccesso scolastico.
2. Attitudini: teorie sulle attitudini; psicometria; differenze individuali; selezione e orientamento scolastico ( « educational guidance » ).
3. Motivazione e personalit�: motivazione, adattamento, interessi e atteggiamenti; comportamento sociale e dinamismi della personalit�.
4.Insegnanti: problemi professionali, adattamento personale e igiene mentale, selezione e addestramento.


Tab. 2 - Classificazione dei temi di articoli di riviste di psicologia pedagogica dal 1930 in poi (Wiseman, 131)

TemiBJEPJEP

1.Apprendimento 33% 27% 44% 22% 31%
2.Attitudini 39 32 32 62 40
3.Motivaz./person. 27 30 14 16 27
4.Insegnanti 11 11 10 0 2

BJEP = British Journal of Educational Psycology JEP = Journal of Educational Psycology


Tab. 3 - Temi di tesi di laurea in G. Bretagna e Usa
(Wiseman, 131-132)


Temi G.B. USA
1952-55 1955
1.Apprendimento 35% 29%
2.Attitudini 27 12
3.Motivaz./person. 33 60
4.Insegnanti 5 -


Il commento � facile. In quel periodo, si era avuta una diminuzione dell'interesse per le attitudini; un aumento dell'interesse per la personalit�; un interesse costantemente alto per l'apprendimento.
Sarebbe suggestivo replicare l'indagine; oggi � probabile che si avrebbero alcune sorprendenti polarizzazioni: l'interesse per l'apprendimento sempre alto, ma visto prevalentemente in chiave psicosociale.
Psicologia e pedagogia, invero, interagiscono: � possibile attribuire ad una determinata azione educativa modificazioni psicologiche del fanciullo, ma � altrettanto vero che quell'azione � stata plasmata in base ai dettami psicologici generali. Certo una pedagogia che si riferisca alle leggi psicologiche non � necessariamente universale e unica. Partendo dalle medesime leggi psicologiche si possono edificare pedagogie diverse, e significa restringere considerevolmente la pedagogia il fatto di ravvisare i fondamenti esclusivamente nella psicologia: la pedagogia non pu� trascurare altre scienze quali la biologia e la sociologia, per stabilire le grandi linee dell'azione educativa.
« La psicologia dell'educazione � per il pedagogista quello che la matematica � per il fisico: se non vogliamo formare i nostri educatori come manovali addestrati al maneggio di un attrezzo, ma come veri ingegneri dell'educazione, iniziarli alla psicologia dell'educazione � indispensabile » (3).
Alcuni sostengono che il buon senso, il talento innato e la pratica sarebbero sufficienti per diventare un buon educatore.
« Troppo spesso l'educatore non � consapevole della sua responsabilit� nella genesi dei disturbi dell'infanzia e dell'adolescenza e ne attribuisce disinvoltamente la causa al "carattere" e alle "attitudini" dell'allievo » (4).





NOTE
(1) Cfr. R. Titone, "Servizio Informazioni Avio", nn. 9-10, 1975, pp. 254-257.
(2) Cfr. S. Wiseman, Trends in educational psychology, "British Journal of Educational Psychology", 29, 1959, pp. 128-135.
(3) M. Debesse . G. Mialaret, Trattato delle scienze pedagogiche, vol. IV, trad. di P. Massimi, 1974, pp. 21-27.
(4) Ibidem.




Tutti i diritti riservati - Anna Di Loreto . Uso consentito, previa autorizzazione, solo per scopi didattici o di ricerca non commerciali.
« Indice »