Aspetti affettivi della socializzazione





H. Gratiot - Alphand�ry - Ren� Zazzo, nel gi� citato trattato, focalizzano la loro attenzione su tre aspetti della socializzazione come pi� o meno diretta trasposizione dei vari livelli della comunicazione; e cos� scrivono: « La comunicazione si attua a livelli diversi - affettivo, linguistico, pratico, intellettuale. Ma . . . dobbiamo sottolineare una opposizione fra due prospettive fondamentali osservabili negli studi (talvolta di uno stesso autore) di psicologia sociale, condotti su tale problema.
La prima presuppone che il soggetto, nel suo rapporto con gli altri, proietti su di essi sentimenti, atteggiamenti, rappresentazioni che gli appartengono, almeno allo stato embrionale;
Per la seconda, invece, � la comunicazione che determina la soggettivit� dei partners, i loro stati affettivi, la loro visione del mondo, i loro progetti » . In realt� l'analisi della comunicazione mostra che l'emittente non pu� comunicare senza produrre in se stesso la reazione che tende a provocare negli altri: egli anticipa la partecipazione degli altri al suo personale messaggio. Cos� ogni soggetto � portato a controllare il suo gesto personale per farne cogliere il significato all'altro, e ci� gli permette di assumersi come oggetto, di prendere coscienza di s� come prende coscienza degli altri. E' come dire che il s� nasce nell'esperienza sociale. Quando si produce questa interiorizzazione dell'altro in ognuno degli autori della comunicazione, allora vi � societ� .
Tale concezione segna una frattura con l'idea che la funzione della comunicazione sia quella di esprimere un contenuto preliminare. Essa esprime l'importanza della psicologia sociale in quanto strumento di indagine delle strutture mentali. Cos�, invece di studiare la percezione come una funzione che si sviluppa nei rapporti del soggetto con le cose, bisogner� cogliere il modo in cui il rapporto con gli altri permette al bambino di assumere una posizione di distacco dalle cose per farne degli oggetti.
Vari autori (1) hanno posto in rilievo l'uno o l'altro aspetto della comunicazione: aspetto soprattutto affettivo con la psicanalisi, aspetto soprattutto pratico con le teorie del ruolo, aspetto pi� intellettualizzato, con teorie come quella di Piaget.
Il bambino, pare spontaneamente, si rivolge agli altri e si diverte a interessarsi ad essi. Questa prima esperienza degli altri � stata spiegata con la nozione di simpatia la quale � servita a definire vari comportamenti, anche divergenti; ma la simpatia � qualcosa di pi� del contagio delle emozioni, giacch� comporta, almeno in modo embrionale una capacit� di mettersi al posto di un altro. La simpatia non pu� essere intesa come una funzione sui generis, ma piuttosto come la progressiva costruzione di un comportamento di comprensione degli altri, le cui strutture corrispondono alle esigenze dei rapporti interpersonali ed agli strumenti di cui i partners dispongono.
Le ricerche psicanalitiche sulla socializzazione procedono secondo questo orientamento generale. I rapporti del bambino con gli altri dipendono dai bisogni peculiari di ogni tappa, bisogni specifici, connessi da una parte, alle successive conquiste del bambino e, dall'altra, alla storia delle sue gratificazioni e delle sue frustrazioni.
L'origine dei rapporti con gli altri risiede in un desiderio di natura sessuale, che non � rivolto solo all'alimentazione ma anche all'amore. La madre gratifica il bambino: ne conseguono sia l'amore del bambino sia l'introiezione in quest'ultimo dell'oggetto buono, l'integrazione da parte sua delle attivit� positive svolte dalla madre, un sentimento di equilibrio. Ma la madre frustra anche il bambino: da ci� deriva, con l'angoscia di persecuzione, la manifestazione di una aggressivit� che ha la sua origine profonda nella pulsione di morte innata nel bambino; anche qui interviene una introiezione degli atteggiamenti frustranti, aggressivi, della madre. Inoltre, sul piano del bene come su quello del male, un processo di proiezione raddoppia l'introiezione: il bambino attribuisce agli altri i sentimenti che egli prova personalmente. Ad ognuno di questi processi, centripeto e centrifugo, corrisponde un tipo di manifestazione, essenziale nella costruzione della personalit�.
Ma il bambino � in rapporto anche con il padre, con i fratelli, ecc.. Rapporti diretti, che presentano gli stessi caratteri di quelli con la madre - rapporti mediati anche, poich� ogni partner viene recepito in quanto priva il bambino delle gratificazioni che gli altri concedono o lo consola delle sue frustrazioni. In questo quadro interviene il complesso di Edipo; il ragazzo, per esempio giunge, per superare la gelosia nei confronti del padre, ad introiettare i suoi atteggiamenti, e nello stesso tempo prova un senso di colpa nel dover aggredire una persona che lo gratifica, e per la quale prova sentimenti di amore e di mmirazione. Dal che deriva la formazione del super-ego costituito dall'interiorizzazione dei divieti fatti al bambino, ed in particolare della proibizione dell'incesto; da ci� risultano anche i meccanismi di difesa, i quali fungono da regolatori nei rapporti sociali: in primo luogo la rimozione, la formazione reattiva, per la quale il soggetto � portato ad agire contro il suo desiderio rimosso, la sublimazione che dirige la pulsione verso uno scopo socialmente valorizzato, la regressione che permette agli stati primitivi di occupare, pi� o meno durevolmente, un posto di primo piano.
Il rapporto sociale cos� inteso agisce a diversi livelli. A livello di pulsione, � dominato dall'incontro della libido e della aggressivit� esistente in ciascun partner (il desiderio dell'uno pu� corrispondere a quello dell'altro, o scontrarsi con la sua aggressivit�). Ma, da una parte, queste interazioni sono complicate dalla presenza, nell'ambiente familiare, di una molteplicit� dei soggetti, e ben presto dai transferts di questo ambiente su quello della scuola, dei compagni, di tutta la societ� che il bambino effettua. D'altra parte, e soprattutto, bisogna considerare l'arricchimento della vita sociale grazie alla identificazione, che rende possibile un nuovo tipo di rapporti sociali, nei quali il soggetto si struttura secondo il modello psicologico che gli altri gli forniscono; egli quindi si ricollegher� con gli altri mediante sia le sue pulsioni sia i modelli (buoni o cattivi che ha introiettato). La socializzazione non consiste solamente nella regolazione delle pulsioni da parte dell'io e del super-ego, essa passa attraverso un conflitto, in parte inconscio, sul rispettivo valore delle diverse identificazioni nelle quali il bambino si impegna.
Questa valutazione si effettua mediante un processo di transfert dei rapporti sociali passati ai rapporti sociali presenti.
La psicanalisi ha posto i rapporti sociali al centro dellla vita psicologica. A questo punto dobbiamo chiederci se tali rapporti trovino nella opposizione tra pulsioni - e quali pulsioni? - e super-ego il loro fondamento intimo, se i rapporti dell'uomo con il suo ambiente (nelle attivit� tecniche, estetiche, politiche, scientifiche) non introducano rapporti sociali originali, relativamente indipendenti da quelli che si stabiliscono sulla base delle pulsioni (2).




NOTE
(1) Cfr. M. Scheler - M. Klein - Pradines - Festinger , citati da Gratiot - Alphandery - Zazzo, Trattato di psicologia dell'infanzia, Roma , Armando, 1975, pp. 24 e seguenti.
(2) Cfr. ibidem.



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